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L'ambientamento al Nido/Scuola dell'infanzia - indicazioni utili per genitori e insegnanti - Silvia Iaccarino /****** Font Awesome ******/ /****** Collapsing Nested Menu Items | Code by Elegant Themes ******/

Gennaio e settembre sono generalmente i momenti più significativi ed impegnativi per l’ingresso dei bambini nei servizi educativi (sebbene in molte strutture si ambientino i bambini lungo tutto l’anno).

Come sappiamo, l’ambientamento è un momento molto delicato tanto per i piccoli che entrano al Nido quanto per i più grandicelli che si inseriscono alla Scuola dell’Infanzia. Ma anche per i loro genitori, soprattutto per le mamme…

In questo articolo vorrei condividere alcune utili indicazioni pratiche, sia per i genitori che per le insegnanti, per supportare i bambini a gestire le loro emozioni in questa importante  fase del loro percorso di crescita.

Prima delle indicazioni vorrei sottolineare l’importanza di ascoltare e legittimare le emozioni  dei bambini. Provare tristezza, dispiacere, nostalgia, rabbia, paura è del tutto normale e naturale. Tali emozioni, per quanto spiacevoli, devono essere accolte e non negate.

Il bambino vivrà continue separazioni nel corso della sua vita ed ha bisogno di imparare a gestirle, sapendo di poter contare sul supporto empatico degli adulti: “Sei triste, ti capisco….Anche io vorrei giocare con te invece che andare al lavoro…Ci vedremo più tardi e faremo un bel giro al parchetto“. Come dice la seguente citazione: Spesso aiuta di più ascoltare la tristezza piuttosto che cercare di alleviarla“.

 

 

 

 

Accogliere il pianto del bambino, o qualsiasi altro modo attraverso cui egli comunica il suo stato emotivo, è importante affinché egli possa “digerire” le sue emozioni.  Come dice C. Pavese: “Non ci si libera di una cosa evitandola, ma solo attraversandola”. E’ solo esprimendo ed attraversando la propria emozione che il bambino può andare oltre.

Per fare ciò in modo equilibrato e sano, c’è bisogno di adulti che ascoltino e contengano il vissuto del bambino, facendogli sentire di essere riconosciuto e compreso e che non è da solo a maneggiare le sue emozioni. In questo modo lo si rassicura sul fatto che c’è qualcuno di affidabile il quale può farsi contenitore e che sa reggere il carico di tale vissuto, comunicando al piccolo che è normale ciò che prova e che, un po’ per volta, andrà meglio.

Veniamo ora alle indicazioni pratiche per genitori ed insegnanti.  Ciascuno, ovviamente, potrà prendere spunto da quanto elencato in base a ciò che corrisponde di più al proprio modo di sentire, di essere e di fare, rielaborando e riadattando i suggerimenti alla propria routine familiare o alla propria struttura educativa.

N.B. Le seguenti indicazioni non sono “ricette magiche”, ma suggerimenti per sostenere i bambini nell’affrontare questa nuova sfida evolutiva.  Il sostegno emotivo e la propria presenza sensibile sono atteggiamenti su cui tali indicazioni dovrebbero appoggiarsi.

 

PER I GENITORI

 

Può essere utile:

  1. A seconda dell’età del piccolo, coinvolgerlo nei preparativi (comprare il grembiulino, lo zainetto, etc) in modo che viva in maniera attiva l’ingresso a scuola;
  2. creare un rituale per l’ingresso al nido/a scuola, come per esempio una routine che si ripete uguale tutti i giorni prima di uscire di casa e/o prima di entrare nella struttura educativa;
  3. salutare il bambino comunicandogli chi verrà a prenderlo e cosa si farà insieme al ricongiungimento;
  4. dire al bambino che, anche se siamo al lavoro, lo penseremo molto e che ci mancherà, anche mostrandogli le sue foto che conserviamo nel telefono e rassicurandolo sul fatto che durante la giornata le guardiamo spesso per sentirlo più vicino. Per i bambini è importante sapere che continuano ad esistere nella mente dei loro genitori anche quando non sono presenti fisicamente. Per lo stesso motivo, al ricongiungimento è utile ribadire al piccolo che lo si è molto pensato e che ci è mancato, comunicando la gioia di rivedersi;
  5. sempre in base all’età, aiutare il piccolo a gestire meglio il distacco facendo per esempio a casa il gioco del fare finta, con i bambolotti che vanno “a scuola”, oppure come gioco di ruolo tra genitori e bambino;
  6. ricordare che il bambino comprende quello che i genitori sentono: se si ha fiducia nella struttura educativa e in chi vi opera, anche il bambino ne trarrà vantaggio;
  7. sapere che, dopo un momento di entusiasmo iniziale, può accadere che il bambino esprima di non voler più andare a scuola : è normale. Accoglietelo ed aiutatelo a comprendere che presto si abituerà. Confrontatevi anche con le insegnanti;
  8. tenere presente che, nelle prime fasi di inserimento, è meglio evitare di impegnare eccessivamente il bambino fuori casa e in attività varie. Un’altra accortezza è quella di evitare, se possibile, altri cambiamenti significativi nella routine quotidiana per i primi tempi di frequenza al nido/scuola;
  9. tenere anche presente che, se c’è a casa una sorellina/un fratellino, il bambino potrebbe temere di perdersi qualcosa di importante. Può quindi essere di aiuto il rassicurarlo che lo si aspetterà. Inoltre, è utile comunicargli cosa è successo in sua assenza.

Oltre a ciò i bambini possono essere confortati da alcune azioni concrete ed oggetti in grado di supportarli nel momento in cui si sentono tristi e viene loro nostalgia di mamma e papà al Nido/a Scuola. Anche le insegnanti possono indirizzare i genitori verso questi piccoli rituali da cui i bambini possono trarre grande beneficio.

Si tratta di azioni semplici od oggetti facili da trovare e che, appoggiandosi sul pensiero magico del bambino in questa fascia di età e sul suo bisogno di concretezza, possono aiutarlo a gestire le proprie emozioni.

In particolare, il genitore può:

  1. affidare al bambino un proprio oggetto da custodire e che poi viene restituito al ricongiungimento. Molto semplice a questo scopo, per esempio, l’uso di un braccialettino;
  2. fornire al bambino una collana con un medaglione portafoto all’interno del quale viene inserita una piccola fotografia di famiglia. In questo modo il bambino può avere sempre con sé i propri familiari;
  3. dare al bambino una piccola scatola o un sacchettino, da portare e tenere a scuola, pieno di baci che potranno confortarlo quando lui ne ha bisogno (ispirato “Zeb e la scorta di baci” ed. Babalibri). I baci possono essere stampati con il rossetto dalla mamma su piccoli foglietti, poi piegati e inseriti nel contenitore;
  4. consegnare al bambino un bigliettino da tenere in tasca con sopra disegnato un cuore o stampato un bacio ed a cui lui potrà ricorrere nei momenti di nostalgia. Con la stessa valenza si può fornire al bambino una foto di famiglia;
  5. spruzzare sui vestiti del bambino il profumo della mamma o quello del papà oppure fornirgli un fazzoletto (o altro) profumato;
  6. soffiare dei baci nelle tasche del bambino dicendogli che potrà usufruirne quando ne ha bisogno durante la giornata;
  7. spiegare al bambino che lui ed i genitori sono sempre collegati da una corda invisibile che li tiene uniti quando non stanno insieme. Al mattino, prima di salutarlo a scuola, si può fare l’azione di collegare questa corda invisibile.

 

PER LE INSEGNANTI

Le maestre, a loro volta, possono trarre spunto da quanto detto fino qui. Inoltre, altri strumenti più specifici per il Nido/la Scuola sono:

  • l’album delle foto di famiglia. Ogni bambino ha presso la struttura educativa un album (fatto a casa dai genitori) con delle fotografie significative: per esempio, di quando era nel pancione della mamma, poi appena nato, del primo compleanno, di altri momenti significativi del suo percorso di crescita (vacanze, cerimonie, etc), foto della mamma, del papà, di nonni, zii, etc. L’album può essere utilizzato quando il piccolo manifesta tristezza e nostalgia, guardandolo insieme a lui, ma può anche essere proposto per una attività vera e propria di lettura con il gruppo di bambini: infatti, ai piccoli in genere piace guardare gli album degli amici e conoscerne le famiglie;

 

  • la scatola dei ricordi. Si tratta di un contenitore (uno per ciascun bimbo con la propria immagine incollata sopra) all’interno del quale sono conservati oggetti importanti, significativi, per il bambino: per esempio il ciuccio di quando egli  era molto piccolo; la conchiglia presa al mare in estate o la pigna raccolta nel bosco in montagna; una stoffa col profumo della mamma; una foto di famiglia, etc. La scatola ha la stessa valenza dell’album di cui detto poc’anzi.

 

Nei momenti in cui il bambino manifesta tristezza, la maestra può sostenerlo in primis ascoltando e legittimando le sue emozioni e poi fornendo per esempio uno dei due strumenti appena descritti.

In alternativa (o anche in aggiunta) si può proporre al bambino di fare un disegno per la mamma, da regalarle quando lei arriverà a prenderlo, oppure si può invitarlo a mandarle tanti baci dalla finestra. In questo secondo caso, può essere utile mettersi d’accordo col genitore in modo che questi, al ricongiungimento, confermi di averli ricevuti!

Se il bambino fa fatica, può anche essere la maestra a preparare il disegno o a mandare i baci, in vece del bambino.

Infine, una ulteriore risorsa è rappresentata dai libri per bambini che parlano dell’ingresso al Nido/ a Scuola (da proporre sia a casa che nella struttura educativa) e di cui ho parlato qui, qui e qui.

Una nota importante: nemmeno i libri sono “magici” nel senso che non vanno utilizzati come “medicina” per i piccoli, ma possono rappresentare una risorsa per rassicurarli sul fatto che anche altri vivono le loro stesse esperienze ed emozioni e possono essere una base da cui (a seconda dell’età del bambino) avviare una conversazione “emotiva” (vedi anche il lavoro dell’equipe della prof.ssa Grazzani in Bicocca) .

Come anticipato, queste indicazioni vogliono essere uno spunto e non si tratta di ricette miracolistiche per “aggiustare” gli stati emotivi implicati in questo particolare momento di vita dei bambini. Ciascun genitore o insegnante potrà arricchire, adattare, modificare, inventare modalità proprie per sostenere i piccoli in questo delicato passaggio evolutivo, sempre a partire dall’accoglienza delle loro emozioni.